Riforma dello sport

Riforma dello Sport: si parte il 1° luglio 2023


Ora è ufficiale. La Riforma dello Sport non entrerà in vigore agli inizi del 2023.


L’art. 16 del “decreto Milleproroghe” ha disposto al 1° luglio 2023 l’entrata in vigore del d.lgs. n. 36/2021, ovvero il decreto legislativo che stabilisce le norme in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché del rapporto di lavoro sportivo. La prima conseguenza importante di questo rinvio è che le ASD, fino al 30 giugno 2023, possono continuare ad utilizzare la disciplina dell’art. 67, c. 1, lett. m) del T.U.I.R., relativa ai compensi erogati agli sportivi dilettanti: ovvero il cosiddetto regime dei “10.000 Euro”.


  • Cosa fare nel frattempo?

Questo rinvio offre una grande opportunità alle ASD che hanno così il tempo necessario per prepararsi come si deve alle nuove regole previste dalla Riforma. Qui, vogliamo richiamare l’attenzione di presidenti e consiglieri su tre aspetti da affrontare senza perdere ulteriore tempo:

  1. aggiornare in modo corretto lo Statuto
  2. verificare l’iscrizione al Registro nazionale dello sport dilettantistico
  3. comprendere come inquadrare correttamente i collaboratori sportivi

Il presidente e i consiglieri di un’ASD devono fin da subito dedicarsi a questi tre aspetti che abbiamo appena elencato. In questo modo, potranno evitare che l’associazione possa perdere la natura di ASD e così tutti i vantaggi concessi a questa forma di associazione.


i tre aspetti fondamentali

1

Aggiornare lo statuto





È importantissimo avere uno statuto aggiornato in modo corretto. Lo statuto deve recepire le novità legislative introdotte dalle recenti riforme. Sarà importante che l’oggetto sociale, ad esempio, citi espressamente le attività dilettantistiche principali svolte dall’associazione e anche le altre attività secondarie. Senza uno statuto scritto bene e aggiornato in modo corretto le associazioni corrono il rischio di perdere la natura di associazione sportiva dilettantistica e non godere dei benefici fiscali ad esse riservati. Aggiornare lo statuto in modo serio richiede tempo e professionalità. Il metodo copia e incolla non funziona, anzi espone l’associazione a forte rischio di ricevere multe e sanzioni proprio perché non ha una versione aggiornata del proprio statuto. In questi mesi, abbiamo affiancato migliaia di associazioni con un servizio dedicato per aiutare i presidenti e le associazioni nel delicato compito di aggiornare lo statuto, per renderlo conforme alle ultime novità legislative.


2

Verificare l’iscrizione al Registro nazionale dello sport dilettantistico


Deve essere chiaro un concetto: se non è iscritta al Registro, un’ASD non può essere considerata tale. È un aspetto importante che non può essere sottovalutato. Il registro ha natura certificativa. Un’associazione sportiva iscritta correttamente nel registro può godere dello status di ASD, con tutto quello che ne consegue in tema di vantaggi fiscali legati alle entrate istituzionali. Le quote incassate sono decommercializzate, perché rientrano tra le attività sportive dilettantistiche. Ma essere iscritti al registro non basta. Per rimanervi, il presidente e i consiglieri devono controllare anche la sezione riservata del registro. Èresponsabilità degli amministratori dell’associazione aggiornare la sezione riservata inserendo i dati economici degli ultimi bilanci, caricare i verbali del direttivo e dell’assemblea dei soci, inserire i nomi degli amministratori in carica e tutti i dati di contatto dell’associazione. Anche le modifiche statutarie devono essere inserite nel registro.

3

Comprendere come inquadrare i collaboratori sportivi



Su questo tema i presidenti devono metterci testa perché la riforma dello sport cambia in modo significativo le regole del gioco. Viene di fatto abolita la possibilità di pagare i collaboratori delle ASD attraverso il regime che per comodità veniva chiamato il regime dei 10.000 €. La riforma dello sport introduce il concetto del lavoratore sportivo e di fatto equipara la figura del presidente di un’ASD alla figura di datore di lavoro. La situazione quindi si complica rispetto alla situazione attuale. Consigliamo ai presidenti di verificare quanti collaboratori retribuiti l’ASD ha avuto nell’ultimo anno e il compenso ricevuto da ogni collaboratore. Queste informazioni preliminari permettono ai presidenti di scegliere la forma contrattuale più appropriata da utilizzare con ogni collaboratore. Di seguito, proponiamo un semplice schema, basato sull’ammontare dei compensi che verranno erogati al collaboratore, che permette di individuare le forme contrattuali da utilizzare.

come inquadrare i collaboratori sportivi


Per collaborazioni che non superano questo importo complessivo, conviene utilizzare il nuovo Regime degli “Sportivi Amatoriali” simile all’ex Regime degli Sportivi Dilettanti, che di fatto non comporta costi di tassazione per il collaboratore ed è una forma di collaborazione molto agile da gestire.


Compensi fino a 5.000 euro


Per i compensi compresi in questa fascia conviene utilizzare il nuovo Regime dei “CoCoCo sportivi” perchè è quello che garantisce i minori costi aggiuntivi (tra costi previdenziali diretti -12,5% per i primi 5 anni e costi indiretti, calcoliamo il 20% circa).



Compensi tra i 5.001 e i 15.000 euro


In questi casi si possono perseguire due strade. La prima, il collaboratore apre partita Iva e avvia una collaborazione con l’associazione in veste di libero professionista. La seconda, prevede l’assunzione del collaboratore da parte dell’ASD, ricorrendo a un rapporto di subordinazione sportiva. È una strada questa che non consigliamo alle ASD perché richiede una maturità organizzative e gestionale che molte associazioni al momento non possiedono.


Compensi superiori a 15.000 euro